Il filosofo e imperatore romano Marco Aurelio definiva la gentilezza come “la gioia dell’umanità”. La gentilezza è qualcosa di tanto complesso quanto bello, possiamo vederla come un atteggiamento che in sé comprende: comprensione, bontà d’animo, partecipazione, educazione, ascolto, rispetto, fiducia, empatia, disponibilità, umiltà… Beh, se sei gentile sei davvero tanto! La gentilezza comporta il riuscire ad essere equilibrati nelle relazioni interpersonali, le quali, diventano così autentiche e profonde.
Il grande oratore e filosofo Cicerone diceva che non c’era dovere più indispensabile del “restituire una gentilezza”. Effettivamente, studi recenti di neuro-imaging dimostrano che la gentilezza tende ad innescare una specie di effetto domino. Sarebbe a dire che, grazie ai neuroni a specchio, gli esseri umani sentono ed imitano l’emozione dell’altro. Dunque, se davanti a me ho una persona triste, i neuroni a specchio spingeranno ad imitare il comportamento dell’altro, mentre se davanti a me ho una persona gentile, i neuroni a specchio mi suggeriranno di dimostrare altrettanta gentilezza. Questo discorso può risultare particolarmente utile per coloro i quali temono che i propri gesti di gentilezza possano andare persi.
Il 13 novembre del 1988 è stata istituito a Tokio il World Kindness Movement, ovvero la Giornata Mondiale della Gentilezza. Dover addirittura istituire una giornata per ricordarlo? Forse, considerando il periodo che stiamo vivendo, è più che lecito. Se ci soffermassimo a riflettere, potremmo fare maggior caso alla prepotenza e aggressività che si mettono spesso in atto pur di raggiungere il successo. Ma dobbiamo ricordare e ripetere come fosse una preghiera o un mantra: le persone realmente forti utilizzano altre skill per raggiungere i propri obiettivi; l’essere arroganti ed imporsi non è così funzionale come spesso si tende a pensare.
Perché, dunque, essere gentili? Domanda inconsueta, perché non esserlo sarebbe la prima risposta, seppur poco concreta. Proviamo a trovare delle buone ragioni che possono portarci ad esserlo, almeno “un po' di più”. Prima di tutto è bene comprendere che la gentilezza reca benefici non solo a chi la riceve, ma ancor più a chi l’adotta come consuetudine. Uno studio italo-americano dei ricercatori del National Institute on Aging di Baltimora ha permesso di notare che le persone con temperamento più competitivo tendono ad essere maggiormente predisposti al rischio di arresto cardiaco. Inoltre, la gentilezza è la migliore arma nelle discussioni-liti, in quanto alzare i toni ed essere aggressivi gioca sempre a discapito proprio e dell’interlocutore. Uno studio della Pennsylvania State University ha dimostrato che i selezionatori del personale per ristoranti scelgono più spesso candidati con alti livelli di gradevolezza, anche a scapito di altri più intelligenti. Un altro studio ancora, della University of British Columbia, ha permesso di comprendere che i bimbi che imparano a capire le emozioni e la prospettiva degli altri aumentano i livelli di gentilezza, fiducia e collaborazione e ciò potrebbe contrastare il bullismo.
Una volta compresi i benefici, sarebbe bello se divenisse una skill imprescindibile per ogni dipendente. A volte scegliamo infatti un supermercato, un medico, un commesso anziché un altro proprio perché è più comprensivo e gentile. Anche in team vale lo stesso discorso, più gentilezza comporta maggiore sinergia e produttività.
SFIDA SETTIMANALE
Lo scrittore e docente statunitense Mark Twain diceva: “La gentilezza è una lingua che il sordo può sentire e il cieco può vedere”. La sfida della settimana sarà quella di provare a potenziare la tua gentilezza. In che modo?
Inizia ad essere gentile con te stesso, solo così potrai esserlo anche con gli altri; inoltre, prova ad interessarti in maniera genuina ai bisogni dell'altro e presta il tuo aiuto, ciò ti recherà un'energia nuova e ristoratrice.
Secondo punto: dedica del tempo alle persone a cui vuoi bene, amici, familiari e colleghi; organizza una gita in montagna, un picnic… potrebbe riscaldare l’animo.
The BIG Why? – Perché ti abbiamo chiesto di affrontare questa sfida?
Semplice, perché crediamo fermamente nel potere della gentilezza.
“La gentilezza è la catena forte che tiene legati gli uomini” , Johann Wolfgang Goethe.
Buon lavoro!